Un gruppo creato sui social dal motto “Basta stare a casa, dobbiamo mangiare” ha assalito uno dei supermercati più frequentato di Palermo.
Ieri, 27 marzo 2020, alla Lidl, in viale Regione siciliana, queste persone hanno fatto la spesa e una volta raggiunte le casse hanno cercato di forzarle, esprimendo la mancanza di soldi e quindi la volontà di non pagare. Gli impiegati hanno avvertito le forze dell’ordine ma anche all’esterno del market, tra la gente in fila, è scoppiato il caos ed il panico.
In città poi molti furgoni trasportanti derrate alimentari sono stati rapinati da bande.
Palermo non è la sola città che urla in piazza contro lo Stato, anche in Puglia, a Bari, i cittadini e i commercianti hanno protestato disperati.
In particolare, una commerciante ha preso a calci i cancelli della banca lamentando la mancanza di denaro. Tutti questi episodi fanno emergere la difficoltà economica del Paese e in special modo del Sud Italia, dove il lavoro nero è ancora una realtà sommersa ma preponderante, una realtà che fa mangiare molte famiglie ma che toglie tutto in momenti di stallo.
Non possiamo più permetterci una suddivisione di categorie: imprenditori, lavoratori assunti e non, anche se diversi in tutele, diritti e doveri, stanno remando insieme in mare aperto, smarriti, impauriti e mancanti di certezze.
Il virus ci sta dimostrando metaforicamente quanto sembriamo elefanti su un pavimento di cristallo, attorniati dall’Europa che come un giudice severo ci punta il dito contro.
Come può quindi lo Stato pensare che ” tutto andrà bene” se i cittadini hanno più paura di morire di fame che in ospedale? Come può un figlio studiare se staccano la rete internet, oggi essenziale? Tutto questo non aumenterà la delinquenza?
Siamo in guerra senza armi, in democrazia ma impotenti.
Si può solo che aspettare qualche reale e concreto provvedimento, perché noi cittadini abbiamo capito come lavarci le mani ma tu caro Stato tu no, non puoi lavartene le mani, né con il sapone, né con l’Amuchina.
Piera Anna Pisacane