Regista e produttore, Luca Trovellesi Cesana ci racconta il suo “Criminali si diventa”
È il suo primo film e sarà proiettato al cinema in primavera, Luca Trovellesi Cesana è produttore di “Criminali si diventa” e regista insieme ad Alessandro Tarabelli.
Nella pellicola la storia, l’arte e l’amore per la regione Marche fanno da sfondo a una trama avvincente, dove la protagonista insieme alla sua banda mette su un piano fenomenale per rubare un dipinto famoso.
Soprattutto, è una storia dove troviamo forza e quella spensieratezza, cui abbiamo tutti bisogno, in questo particolare momento storico.
Ciao Luca, è il tuo primo film da regista e produttore, dove nasce l’esigenza di una pellicola?
“Sono regista, autore e produttore di documentari, film e format televisivi. Da sempre, a far da sfondo ai miei lavori sono location internazionali, ma da un po’ di tempo pensavo alla realizzazione di un film e complice il secondo lockdown, non potendo girare all’estero mi sono ritrovato a fare le riprese, qui nella nostra bellissima Italia.
Finalmente, poi, ho realizzato uno dei tanti progetti che avevo in mente da tempo”.
Quali sono gli elementi di valutazione, che ti hanno portato a girare nella regione delle Marche?
“Sicuramente le mie origini, poi, ho pensato che mostrare le Marche al posto di altre incantevoli regioni avvezze ai set, è un plus per la pellicola e il territorio.
Protagoniste del film sono la città di Fermo, Civitanova Marche, Ancona e Fano. Ognuna di esse ci ha dato tanto in termini di ospitalità, affetto, offerta culturale, bellezza e incanto. Girare un film con la complicità di tanta bellezza è un privilegio. Soprattutto, c’è stata collaborazione e sinergia tra la produzione, il cast, tutte le maestranze e le autorità locali. Abbiamo fortemente voluto questo film, da gennaio 2021 nell’arco di cinque mesi lo abbiamo realizzato”.
“Criminali si diventa” gira intorno alla storia e al furto di un’opera, dove nasce l’idea della trama?
“Abbiamo preso come spunto un documentario su Raffaello, che abbiamo realizzato per Rai3, con la mia società di produzione Sydonia.
La pellicola gira intorno al furto del dipinto La Muta e s’intrecciano le storie dei protagonisti del film”.
Qual è il personaggio del film cui sei particolarmente legato?
“La protagonista, Elettra interpretata dalla giovanissima Martina Fusaro, con lei si è creato un feeling professionale, che ha dato modo al personaggio di partire quasi in sordina e di crescere sempre di più man mano che la narrazione andava avanti, fino a culminare, svelare la sua essenza e forza.
Elettra riesce a organizzare quasi come se fosse un gioco un atto criminale, cui poi si rende conto che nonostante tutti i piani qualcosa salta.
Altro punto in comune con Elettra: è il primo ruolo di Martina da protagonista e questa è la mia opera prima al cinema”.
Dal mondo dei documentari al cinema, come riesci a spaziare e raccontare i tuoi progetti?
“Sono una persona curiosa, amo documentarmi e ricercare. Soprattutto, credo nel mettermi sempre in gioco, avere la volontà di studiare e approfondire mi dà la possibilità di progettare e realizzare i miei lavori”.